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Le ville di delizia lungo il Naviglio Grande

Le ville di delizia lungo il Naviglio Grande

L’edificio più famoso di Milano è sicuramente il Duomo, iniziato nel 1386 per volontà dei cittadini milanesi, con l’approvazione del loro duca, Gian Galeazzo Visconti. Il Duomo non è solo la quarta cattedrale più grande d’Italia, è anche una delle cattedrali più originali grazie all’unione di vari stili dal gotico al neoclassicismo, reso possibile dal lungo tempo per la sua costruzione, ovvero ben sei secoli. Il fascino di questa costruzione però è anche legato ad un fenomeno particolare che avviene nei mesi di giugno ed ottobre. Infatti la chiesa è costruita quasi completamente in marmo, che presenta venature bianco, rosa e grigio, la cui intensità varia a seconda della luce.

Nei giorni di pioggia è il colore grigio a predominare, sotto il solleone estivo sembra tutto bianco e all’alba ed al tramonto in quei due mesi, solo per 4 minuti il Duomo diventa magicamente rosa. Il marmo proviene dalle cave situate sul lago Maggiore, in località Candoglia, da cui il nome, ed i blocchi vennero trasportati su chiatte dal lago fino al centro di Milano, grazie a due sistemi di canali navigabili, chiamati Navigli: la cerchia interna, esistente dall’Impero romano fino al 1930, quando venne chiusa, che collegava la darsena con il centro città, ed i Navigli che uscivano da Milano, tutt’ora esistenti.

Si tratta del Naviglio Grande, che collega Milano al lago Maggiore; del Naviglio pavese, che collega Milano alla città di Pavia e quindi al fiume Ticino; del Naviglio della Martesana che collega Milano al fiume Adda. Il Naviglio Grande, dal nome si intuisce essere il più grande per dimensioni e portata d’acqua (50 Km, larghezza dai 12 agli 8 metri) fu il primo ad essere scavato dal 1179 e quello utilizzato per trasportare i preziosi blocchi di marmo per costruire il Duomo. Ma se i blocchi di marmo entravano a Milano, a partire dal 1400 qualcuno iniziò ad utilizzarlo per uscire dalla città.

La ricchezza delle famiglie nobili milanesi proveniva dai possedimenti terrieri, affidati a persone di fiducia. A partire dalla fine del Medioevo queste famiglie iniziarono a far costruire delle bellissime ville lungo il Naviglio, in modo da poterle raggiungere facilmente via acqua. La scusa non era solo il controllo dei loro possedimenti ma anche trascorrere dei giorni in posti più salubri rispetto alla città e magari organizzando feste. Queste ville ed i borghi in cui sorgevano divennero presto dei luoghi di villeggiatura per i nobili milanesi. Inoltre quando scoppiavano delle epidemie in città, molto più frequenti e molto più mortali di quelle odierne, queste famiglie con la servitù scappavano nelle loro ville e ci restavano fino a quando il pericolo non era cessato.

Le ville sono sopravvissute fino ad oggi e passeggiando lungo l’alzaia dei vari borghi in cui sorgono, è possibile ammirarle dall’esterno con i loro giardini. Alcune sono ancora abitate dai proprietari, altre usate principalmente per eventi come matrimoni e feste varie.

A Robecco sul Naviglio a ridosso del Ponte degli scalini spicca la cosiddetta Villa Gaia: il nome rievoca le feste che si tenevano nel suo giardino ed all’interno dei suoi cortili affrescati, cui partecipavano anche i membri della famiglia dei duchi Sforza. Il giardino della villa confina con villa Gromo di Ternengo, non visibile dal Naviglio, di cui però si ammirare il suo approdo, una particolare costruzione di fine Seicento chiamata la Sirenella. Un’altra costruzione attira l’attenzione del visitatore: palazzo Archinto, che svetta come un castello, in realtà si tratta dell’unica parte del grandioso palazzo voluto dal senatore milanese Filippo Archinto nel Settecento, che però rimase incompiuto a causa delle ingenti spese.

Con una breve passeggiata si raggiunge Cassinetta di Lugagnano, il borgo più ricco di ville e palazzi nobiliari: sul Naviglio si affacciano villa Castiglioni Nai Bossi, con una deliziosa chiesetta barocca e l’imponente villa Visconti Maineri Castiglioni Mörlin, abitata ancora dai suoi proprietari.

La città di Abbiategrasso, dove i Visconti fecero costruire uno dei loro castelli preferiti, era collegata al Naviglio tramite un canale non più esistente: infatti il corso del Naviglio Grande in località Castelletto di Abbiategrasso fa una curva a gomito per dirigersi in linea retta verso Milano. A Castelletto sono ancora visibili i ruderi della casa del Guardiano delle Acque del 1618 che controllava il traffico e l’antica osteria Sant’Antonio che rifocillava i viaggiatori.

A Gaggiano, il cui centro è dominato dal santuario seicentesco di Sant’Invenzio, si trova il cinquecentesco palazzo Stampa Aloardi, noto come villa Marino, che se dal punto di vista architettonico ha un aspetto austero, divenne famoso per un delitto passionale: il proprietario, il ricco banchiere genovese, Tommaso Marino, lo stesso di Palazzo Marino in piazza Scala a Milano, fece uccidere la sua ultima moglie, la bellissima Arabella Cornaro, per gelosia, o forse per noia. Sembra che nelle notti nebbiose il suo fantasma passeggi nel giardino della villa nei dintorni della tomba dove fu seppellita segretamente.

Ed eccoci alle porte di Milano, accolti dalla chiesa di San Cristoforo, costruita in epoca viscontea come luogo di arrivo e partenza dalla città di Milano, dove i duchi sulle loro eleganti imbarcazioni accoglievano le loro spose e gli ospiti più importanti, per accompagnarli fino alla darsena, e da lì, grazie al sistema della cerchia interna dei Navigli, raggiungere il Duomo ed il Castello.

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Lara Loan Scritto da Lara Loan

Le ville di delizia lungo il Naviglio Grande